La svolta principale in tale senso si ha pero nella produzione teatrale di Torelli con la Galatea (a cura di Alessandro Bianchi), nel cui prologo una personificazione della Tragedia spiega estesamente il valore edificante del teatro soprattutto tragico (<<Io quasi accorto medico distillo / da l'herbe
venenose il vital succo / per apportar salute e l'egre menti>> -229-), e dimostra come adesso Torelli <<si fa assai meno 'aristotelico' e assai pih 'cristiano,' la sua tragedia meno ambigua, 'mezzana'>> (introduzione di Guercio, XVIII).